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I Giganti di Calabria

I giganti nel folclore calabrese

Tra le tradizioni calabresi vogliamo dare spazio anche a due momenti folcloristici.
I Giganti:

I giganti nel folclore calabrese
Adriano Scrivo

Sono due colossi di cartapesta rivestiti di costumi tipici dell’epoca saracena a cui risalgono, durante alcune feste popolari  sfilano per le vie ballando e allietando grandi e piccini. Sono chiamati Grifone e Mata, e il primo rappresenta il saraceno, e la seconda rappresenta la popolana che viene conquistata dal saraceno. I giganti si muovono grazie a due robusti portatori camuffati sotto le loro vesti.  La più attendibile storia sulla nascita dei giganti è legata ad un avvenimento storico realmente accaduto nel 1190, quando Riccardo I Re d’Inghilterra, ricordato come Riccardo cuor di leone, è giunto a Messina dove doveva muovere la Terza Crociata che era stata indetta da Papa Gregorio VIII per liberare dai musulmani il Santo Sepolcro in Terrasanta.

Costruiti un secolo fa, dai fratelli artigiani, Virgilio e Francesco Cicala, sono stati ammirati nel loro caratteristico “Ballo dei Giganti” suscitando da allora grande interesse e una forte ammirazione. All’esibizione dei due colossi partecipa un finto cavallo montato anch’esso da un portatore che, emergendo con metà busto dall’animale, crea una mitica figura di novello centauro a due zampe che durante il ballo, volteggiando tra la coppia gigantesca, cerca di allontanare il baldanzoso Grifone da Mata. A volte, scalpitando ed imbizzarrendosi, riesce a dividerli interponendosi tra di loro; infine, visti i suoi tentativi inutili di dissuadere il Gigante Nero dal conquistare Mata, si rassegna marciando contento davanti alla coppia danzante e festosa. Il tutto avviene al ritmo frenetico e scandito da una schiera di “Tamburinari” vestiti da Saraceni ed in un fragoroso e liberatorio ritmo che penetra nell’intimo dello spettatore suscitando nel suo animo una sensazione di pace interiore.

Il caratteristico corteo viene preceduto da un uomo forte che regge una lunga e pesante asta di legno detta “Palio”, sostenuta alla base da una sacca di pelle assicurata ai suoi fianchi. Essa termina in cima in un piccolo globo terrestre sormontato da una minuscola croce ed in un drappo di seta color rosso-cremisi nei cui lati sono impressi lo stemma civico e il Monogramma della Madonna della Sacra Lettera, Patrona e Protettrice della città di Palmi. Il Palio viene fatto girare dal suo possente portatore nei crocevia delle vie principali, nelle piazze e davanti alle chiese, per supplicare la protezione della Sacra Vergine sulla città e sul popolo.

Durante questa permanenza in città, il Monarca ha constatato che i calabresi erano privi di libertà perché erano ancora oppressi dai Bizantini che si erano impossessati di tutte le cariche politiche, civili ed amministrative, gestendo la giustizia a loro piacimento con provvedimenti impopolari emanati dalla fortezza chiamata San Salvatore.

Il re d’Inghilterra non volendo soggiogarli con la forza, ha pensato di dimostrare la sua potenza costruendo un imponente ed inespugnabile castello sul colle di Roccaguelfania, situato proprio di fronte alla fortezza. Prima che venisse ultimato, il popolo lo adottò battezzandolo col nome di Matagriffon coniando Mata, da Macta (ammazza) e Griffon da Grifones (ladro).

I Bizantini hanno compreso il messaggio e hanno abbandonato per sempre la città consentendo al popolo calabrese di riacquistare la tanto sospirata libertà. Per festeggiare l’evento, i calabresi hanno portato nelle piazze il castello di Matagriffon, costruito di cartapesta, per poi sdoppiarlo nel nome e con le sembianze dei fondatori. Per la loro forma colossale li chiamarono “U Giganti” e la “Gigantissa”e poi Grifone e Mata.

 

I giganti, quali simbolo di libertà, sono stati adottati in molte città siciliane e della costiera tirrenica della Calabria, tra cui Palmi, dove sono ancora tutt’oggi motivo di attrazione.

In conclusione possiamo dire che i Giganti ricordano i progenitori del popolo Calabrese, forte, fiero, orgoglioso delle sue tradizioni e della sua secolare storia riccamente cosparsa di un glorioso passato sempre in lotta per la conquista della libertà. I giganti rappresentano e ricordano la conquista della libertà del popolo calabrese dai Saraceni e Turchi che per secoli hanno devastato la Calabria.